Omaggio a Emilia Vaglio. Un libro per ricordare una donna e commediografa di successo, intellettuale e femminista ante litteram

di Anita Laudando 09/03/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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In foto la Vaglio con i fratelli De Filippo

A quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1976, giunge l'omaggio a Emilia Vaglio con la pubblicazione del libro "Chiamatemi Paola Riccora"

Il ricordo giunge da Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, che le  ha dedicato il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) che nel sottotitolo ne sintetizza la storia: “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”. Il volume sarà presentato venerdì 18 marzo 2016, alle 17.00, presso la Società Napoletana di Storia Patria (Maschio Angioino, piazza del Municipio, Napoli),  nell’ambito dell’evento promosso dalla Luetec, “La Memoria Ritrovata”, alla sua quarta edizione.

A introdurre la presentazione ci saranno Renata De Lorenzo (presidente della Società Napoletana di Storia Patria) e Fonte Maria Fralonardo (presidente nazionale Federuni). Con l’autrice, intervengono Giulio Baffi (presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro), Donatella Gallone, (giornalista e editrice),  Manlio Santanelli (drammaturgo). Coordina, Maria Giovanna Romaniello, presidente della Luetec. Letture a cura di Mario Brancaccio e Tina Femiano. Musiche del maestro d’arpa, Gianluca Rovinello.

In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna, che agli inizi del Novecento, nonostante sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore, fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul palcoscenico del Teatro Nuovo, il 21 febbraio 1916 con “Nu mese ‘o ffrisco”,  portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari. Una riduzione napoletanizzata di “Vingt jours à l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di aneddoti, la sua identità femminile, facendosi riconoscere come Paola.

Nel 1932, apprezzata dal pubblico, un giovane alto e magro, che si chiamava Eduardo de Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio, chiedendole di scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie  dell’epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.

Intellettuale appassionata e femminista ante litteram, stimata da Luigi Pirandello e Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte, Paola Riccora viene completamente e incomprensibilmente dimenticata.

Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano.

La presentazione del libro fa parte degli eventi de La memoria ritrovata, ideati dalla Luetec per riflettere su testimonianze storiche da proiettare nella costruzione del  futuro in una città come Napoli, ricca di memorie straordinarie.

Ha spiegato a tal propsito la presidente Maria Giovanna Romaniello "Nel 2007 abbiamo reso omaggio a Domenico Scarlatti in collaborazione con la Municipalità V, incidendo un cd di musiche dello stesso, eseguite poi al pianoforte in un concerto aperto alla cittadinanza e  svoltosi nel piazzale antistante la Certosa di San Martino. Nel 2008  a Maria Bakunin,  realizzando un evento a Castel Nuovo in collaborazione con il Comune di Napoli e la facoltà di chimica dell’Università Federico II: protagonista, il volume di Pasqualina Mongillo, “Marussia. La signora della chimica”. Nel 2010  abbiamo dedicato la manifestazione alla Stazione Anton Dohrn con un convegno sull’ente di ricerca che ne ha messo in rilievo sia il profilo scientifico che storico-architettonico".

 


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